A Orly e alla mia gente
Come una valanga,
come una vanga,
il covid ha preso Collagna
nella sua generosa montagna,
seme della mia carne,
carne dei miei pensieri.
Confido nella forte fibra
dei miei compaesani,
nella pelle dura che non teme
i geloni invernali,
nel nugolo di calli nelle mani,
negli avvinazzati e briosi
canti montanari.
Confido nella loro tempra,
loro ce la faranno tutti
o quasi, anziani, adulti e bambini.
Tu Orlando, cuore nel mio cuore,
maestro di vita e fratello,
possa il cielo e la nostra carne
e i semi che fanno alberi e fiori e amori
tenerti in vita coma una goccia
sul viso, perché sei stato bello,
un dolcissimo fratello maggiore,
coi controcazzi, come si dice in gergo,
gesti tuoi nei miei gesti, carne tua
nella mia carne e in quella dei miei cuginetti.
Vanga, valanga e frutti che s'aprono
al sole e alla neve, che ci ubriacano d'amore.
No, Collagna, non sarà rasa al suolo,
non sarà decimata da questo morbo.
Conterà i suoi morti sapendo
che non sono numeri gli uomini.
Collagna resisterà a tutto questo
come sempre, nei secoli.
(Lerici, 3 dicembre 2020)
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