21 luglio 2013

«Intervista con Luigia Sorrentino» di Doriano Fasoli

Nella foto, Luigia Sorrentino

Luigia Sorrentino, partenopea, è poeta e giornalista. Tra le sue raccolte di poesia figurano C’è un padre, edita da Manni nel 2003, La cattedrale, edita da Il ragazzo innocuo nel 2008, e La nascita, solo la nascita, uscita nel 2009 sempre per i tipi Manni. Alcuni suoi versi sono stati raccolti nell’Almanacco dello Specchio Mondadori del 2008. Intervistatrice televisiva, radiofonica e telematica di eminenti figure del panorama internazionale, dai Premi Nobel Orhan Pamuk, Derek Walcott e Seamus Heaney a Yves Bonnefoy, Mark Strand e altri, ha ideato e cura per Rai News 24 il blog Poesia, di Luigia Sorrentino. Attualmente lavora al Giornale Radio Rai. Autrice di programmi culturali radiofonici, quest’anno ha condotto, su Rai Radio Uno, il programma Notti d’autore. Viaggio nella vita e nelle opere dei protagonisti del nostro tempo, dando voce ai propri ospiti in studio. L’occasione di questa intervista, realizzata con Doriano Fasoli a Roma il 3 luglio 2013, è la recente uscita, per i tipi Interlinea, della sua ultima raccolta di poesia, Olimpia, che ha già ottenuto prestigiosi riconoscimenti.

Doriano Fasoli: Qual è lo spirito che informa questo libro?

Luigia Sorrentino: È ciò che si è perduto irrimediabilmente: la condizione umana. Questo libro mette il lettore davanti a questa perdita, e gli fa compiere un viaggio, un percorso, alla ricerca di ciò che siamo stati, ciò che abbiamo dimenticato di essere, come umani, ma anche come abitanti del mondo. Olimpia compie questo cammino ripartendo dalle origini, trasportando il lettore in uno spazio e in un tempo assoluto, un non-tempo: lo tiene lì, in un luogo, all’interno del quale, tutto è già accaduto. Tutto si è compiuto, eppure, da questo campo spoglio dell’esistenza, si leva un grido di eternità e di amore.

È una raccolta poetica destinata a un pubblico particolare?

Non direi. Certo, chi legge Olimpia può non capire ‘esattamente’. Direi più precisamente: è possibile che qualcuno possa non sentire il gesto della riunificazione che compie questo libro, nel senso che è distante dal riconoscere come propria questa esperienza. Olimpia riunifica le parti separate, le congiunge, e dice che l’umano e il divino sono dentro la stessa persona.