La contr’ora
osservazione in agosto, il 16
Sembra faccia paura lo sfoltirsi
di persone,
dalla fine di luglio a degradare,
nel buio. Ma il diradarsi di vite
comporta l’infittirsi di vita – la fluente,
infiltrante, inaridente, dilagante gloria
negli spazi liberi.
Gli spruzzi di oro antico sulle siepi
basse sono già minaccia – e le gocce numerate
della pioggia nell’afa che non bagna
neanche se stessa.
Le cicale
hanno sfregato a fondo, sminuzzando
gli angoli annerati di un minuto
solare. Lungo il ritorno a casa
se ne calpesta l’opera, la segatura
di miliardi di corolle
tenere, la scia di sangue verde ed ocra
ripulita dai plotoni di api.
E qualche desiderio, un brano
di conversazione, tre sospiri si levano
in volute di polveri, raspati dalle elitre violente
degli insetti; ricadendo quiete.
La piazza che si rende ora
desertica mi fa più compagnia. La popolo
con le presenze certe di chi
immagino siano.
* * *
Gli alberi, per esempio
osservazione in Febbraio, il 22
Fronde di testimoni, ecco, per esempio
gli alberi.
Su quali
fondali
devastati stanno imperturbabili. Assediati
da quante vite
brute si schiomano. E non
se ne vanno. In autunno,
per stanchezza,
sfogliano.
Agli
alberi, seriamente, non importa.