19 ottobre 2015

«Laing R.D., l'ombra del maestro. Intervista a Valter Santilli» di Doriano Fasoli

Valter Santilli

Laing R.D., l'ombra del maestro è il titolo del libro, edito da Alpes nella collana «I territori della psiche», scritto da Valter Santilli e da Antonello Carusi. Il libro traccia il percorso intellettuale e professionale dello psichiatra Ronald D. Laing. Gli autori si focalizzano in particolare, nelle due distinte parti del volume, sui temi «Laing e la psicoanalisi» e «Laing e la psicoterapia». Fa naturalmente da sfondo nelle considerazioni sviluppate dagli autori la rivoluzionaria pratica psichiatrica del medico scozzese derivata dal suo pensiero profondamente radicato nell'ottica esistenzialista. Come è scritto nel retro della copertina del libro, i due autori motivano il loro lavoro non solo come propria particolare esigenza di voler rendere omaggio alla figura di Ronald Laing a distanza di 25 anni dalla sua prematura e improvvisa scomparsa, ma anche come necessità di riconsiderare l’‘attualità’ di Laing come professionista e come intellettuale. Nelle parole degli autori: «Egli sembra oggi volerci interrogare attraverso gli aspetti, teorici e clinici, più stimolanti che furono propri del suo ‘insegnamento’.» Valter Santilli, medico e psicoterapeuta, ha pubblicato articoli su temi di psicoterapia, di medicina psicosomatica e di criminologia clinica. È tra i fondatori della Società Italiana Milton Erickson (SIME), ed è didatta presso la Scuola di Specializzazione in Ipnosi Clinica e Psicoterapia Ericksoniana e presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Relazionale (IIPR), entrambe con sede a Roma. Abbiamo già avuto occasione di conversare su alcuni temi, clinici e letterari, da lui affrontati in una sua recente pubblicazione, Il terapeuta in gioco, nella quale, in maniera interessante, sono stati intrecciati brevi saggi, storie cliniche e brevissimi racconti. Gli chiedo ora di voler esporre in modo articolato le motivazioni e le ispirazioni che sono alla base di questo nuovo libro: «Quando Antonello Carusi mi ha proposto di scrivere su Laing, confesso che ho sentito un sentimento di distanza sia dai temi specifici, professionali e personali, che sono propri del geniale personaggio, sia dal clima culturale dell'epoca in cui egli visse pienamente le sue vicende umane e professionali. Mi sono allora interrogato su quanto Laing potesse essere ancora presente nella mia formazione professionale e intellettuale prima di potermi azzardare a scrivere su di lui. Nel periodo di sospensione che c'è stato ho dovuto compiere un lavoro di memoria oltre che di studio, per ripercorrere gli anni in cui Laing effettivamente rappresentò un riferimento brillante non solo per i professionisti della salute mentale più sensibili all'esigenza di un cambiamento delle proprie prassi terapeutiche, ma anche per il movimento giovanile antiautoritario che negli anni '60 e '70, in Europa e in Nord America, con le loro manifestazioni nelle piazze delle principali capitali europee e all'interno dei campus delle migliori università americane, stava scuotendo le certezze sociali e i principi culturali che erano patrimonio delle classi “borghesi” in Occidente. Sono così riuscito a ri-scoprire che Laing fu effettivamente uno dei personaggi influenti che aveva avuto un posto nel mio ‘mitico’ immaginario adolescenziale . Lo spazio che egli poteva occupare nella mente di un giovane liceale immerso nella ‘cultura’ della contestazione studentesca dell'epoca prescindeva dal fatto che Laing fosse stato ormai indicato anche come guru del movimento cosiddetto ‘antipsichiatrico’. Durante questo lavoro di ri-memorizzazione è stato curioso per me constatare come io stesso avessi quasi dimenticato di aver avuto a suo tempo la fortuna di conoscere Ronald Laing durante un seminario da lui tenuto a Milano nel 1986 o forse 1987. Questo conferma, per ciò che ci ha riguardato come autori del libro, quanto egli sia stato dimenticato, se non addirittura ‘rimosso’, dalla attuale generazione di terapeuti: e quindi, in senso culturale più ampio, rimosso dalla contemporaneità. E dunque, nel convincermi della necessità di scrivere su Laing, ho ripercorso con soggettivo piacere intellettuale e con particolare interesse storico le memorie del clima culturale di quegli anni che hanno coinciso con la mia adolescenza e con la mia prima giovinezza. Durante quegli anni il personaggio Ronald Laing era sicuramente abbastanza conosciuto dai professionisti più progressisti della salute mentale, oltre che essere divenuto un intellettuale già abbastanza popolare presso alcuni strati del movimento giovanile e studentesco in Europa e in Nord America. Questo sentimento di necessità nel volermi occupare di Laing mi ha spinto naturalmente a rileggere con interesse le sue opere, alcune delle quali (ad esempio, I fatti della vita e Conversando con i miei bambini), benché ritenute minori, ho trovato non solo particolarmente interessanti e attuali nei loro contenuti, ma formalmente e narrativamente anche molto apprezzabili. In queste due libri, così come in altri, sono molto evidenti le particolari qualità espressive, in senso letterario, che rivelano il suo autore come un apprezzabile scrittore.»

Doriano Fasoli: Quali sono i temi portanti del vostro libro, Dottor Santilli?

Valter Santilli: Antonello Carusi ha ripercorso con rigore, metodologico e storico, la formazione analitica di Ronald Laing e i suoi legami 'analitici' con personaggi del calibro di Donald Winnicott e Wilfred Bion. Carusi ha approfondito in particolare proprio i legami e le affinità che uniscono Laing a Winnicott, pur nella considerazione che Laing ad un certo punto del suo percorso professionale volle comunque distaccarsi dall'ambiente psicoanalitico londinese, da quegli autorevoli e influenti personaggi e dall'istituzione della Tavistock Clinic, dove egli aveva comunque completato la sua formazione psicoanalitica. Questo distacco avvenne dopo la pubblicazione, nel 1960, del libro L'io diviso, che ha un significativo sottotitolo: Studio di psichiatria esistenziale. Carusi ripercorre inoltre una sintesi della evoluzione intellettuale di Laing seguendo il filo delle sue opere scritte: a partire da L'io diviso, che lo aveva già consacrato come enfant prodige della psicoanalisi e della psichiatria, fino a Nascita dell'esperienza, l'ultima delle sue pubblicazioni ritenute particolarmente significative. In questa sintesi del percorso di idee di R. D. Laing, viene evidenziata l'influenza che hanno avuto sul suo pensiero medico e psichiatrico alcuni importanti filosofi: tra i più significativi Heidegger, Kierkegaard e, in particolare, Sartre, che fu una delle influenti personalità della cultura dell'epoca che Laing volle riconoscere come maestro e con il quale riuscì ad avere intensi contatti intellettuali. Sartre non mancò di ricambiare la sua pubblica stima, firmando ad esempio una breve ma intensa prefazione ad uno dei libri più impegnativi di Laing, scritto insieme a Cooper, Ragione e violenza.