5 maggio 2017

«Ascoltare i bambini. Conversazione con Luigi Cancrini» di Doriano Fasoli


Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e sistemica, ha fondato una tra le più importanti scuole italiane di psicoterapia, il Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale, del quale è presidente. Dal 1998 è direttore scientifico del Centro di Aiuto al Bambino Maltrattato e alla Famiglia e, dal 2009, delle comunità di Domus de Luna. In questa collana ha pubblicato La luna nel pozzo (1999), L’oceano borderline (2006) e La cura delle infanzie infelici (2013).

Doriano Fasoli: Dottor Cancrini, come si pone questo suo ultimo lavoro, Ascoltare i bambini (pubblicato in questi giorni da Raffaello Cortina), rispetto al precedente La cura delle infanzie infelici?

Luigi Cancrini: Ascoltare i bambini è il seguito naturale de La cura delle infanzie infelici. In quel primo libro avevo presentato una tipologia delle situazioni più gravi di maltrattamento: l'infanzia antisociale dei bambini gravemente trascurati, quella borderline dei bambini che soffrono soprattutto la discontinuità di figure parentali instabili, quella paranoidea dei bambini che vivono una condizione persecutoria e quella schizotipica dei bambini di cui si invade il pensiero. Nel secondo ho raccontato in dettaglio il percorso terapeutico seguito con cinque di questi bambini a Domus de Luna, una casa famiglia di Cagliari. 

Come è costruito il libro e su quali aspetti focalizza particolarmente la sua attenzione?

Il libro ha una struttura molto semplice. Nel primo capitolo si ragiona su quello che sappiamo in tema di sviluppo del piccolo bambino. Nei primi mesi e nei primi anni di vita. Con il contributo in particolare delle ricerche di Melanie Klein, di John Bowlby e di Donald D. Winnicott. Localizzare il tempo in cui le situazioni traumatiche rendono difficile la sua crescita è fondamentale, infatti, per capire il tipo di danno che esse determinano e mi ha permesso di distinguere con una certa precisione la psicopatologia di questi bambini da quello di bambini che vanno incontro a dei disturbi psicotici e da quelli che vanno incontro a dei disturbi di area più nevrotica. Nei cinque capitoli successivi si parla di Hillary, di Diego, di Ruggero, di Michele e di Pamela e del modo in cui con ciascuno di loro diversamente ha lavorato, con l'aiuto degli educatori e del supervisore, una psicoterapeuta straordinaria, Manuela Giglio, puntando sulla elaborazione dei traumi che ciascuno di loro ha vissuto. Nel capitolo finale si parla, infine, delle cose che da loro abbiamo imparato e della possibilità di confermare e di arricchire, ascoltandoli, le osservazioni teoriche da cui siamo partiti.

Chi si prende oggi cura dei bambini maltrattati?

I servizi che si prendono cura in modo adeguato dei bambini vittime di maltrattamento e abuso sono collegate al sistema dei servizi sociali e dei finanziamenti comunali invece che dei servizi sanitari e sono, anche per questo motivo, tremendamente povere di fondi e tremendamente poche.  Quello che dobbiamo dire con grande tristezza e con un po' di vergogna, infatti, è che la percentuale dei bambini maltrattati che non ricevono cure all'altezza delle loro sofferenze è sicuramente superiore al 90%. L'immagine che io uso nel testo, ragionando sulla divaricazione fra ciò che si dovrebbe-potrebbe fare e ciò che si fa, è quella dell'AIDS in Africa dove i bambini che potrebbero-dovrebbero essere curati continuano a morire perché i farmaci costano troppo. Con l'aggravante, per noi del mondo cosiddetto civile, in Italia come in Francia o negli USA o in Germania, di costi che sarebbero sicuramente compatibili con le possibilità che ci sono in tutti questi paesi. 

Quali sono stati i suoi principali modelli di pensiero per trattare questo tema?

Io ho ricevuto una formazione psicoanalitica ed ho avuto successivamente l'occasione straordinaria di lavorare con i più importanti terapeuti sistemici della famiglia nel tempo in cui Basaglia insegnava a noi tutti la necessità di lavorare politicamente nelle situazioni di sofferenza sociale. Il modello cui mi ispiro è influenzato da tutte queste esperienze. Le racchiude in sé.

Che cosa inducono nella mente di un bambino gli abusi e i maltrattamenti? A quale tipo di patologie egli va incontro?

Gli abusi ed i maltrattamenti producono prima di tutto un dolore immenso cui il bambino sopravvive con dei sintomi che sono risposte comprensibili alla situazione e con un arresto, totale o parziale, del suo sviluppo psichico. Le patologie che sono la conseguenza naturale di queste situazioni quando non si riesce ad intervenire per curarle sono i gravi disturbi di personalità dell'adolescente e dell'adulto: quelli che sono origine, a loro volta, di tanti altri disturbi, dalle tossicomanie ai comportamenti violenti, dalla criminalità a tanti sviluppi deliranti.