2 febbraio 2014
«Il gelo, dentro. Tradurre "Un viaggio all’estero" di Francis Scott Fitzgerald», di Stella Sacchini
16 novembre 2013
«Fuori posto: 1. Avevano detto che», anteprima del primo capitolo del romanzo di Stella Sacchini
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Stella Sacchini, in una foto di Silvia Gambini |
In occasione della pubblicazione del romanzo Fuori posto di Stella Sacchini, se ne presenta qui il primo capitolo in forma integrale. Il romanzo uscirà a giorni per i tipi Coazinzola Press.
Stella Sacchini
Fuori posto
romanzo
Coazinzola Press 2013
1
Avevano detto che
Avevano detto che l’avrebbero messa nella stanza delle bambine. Gliel’avevano promesso. Ripetevano: Vedrai, ti troverai bene qui. Qui, hanno tutti più o meno la tua età.
Sarà divertente, e farai nuove amicizie.
Il Posto era grande. Ma grande enorme, non grande e basta.
All’entrata principale, c’era una signorina curata, molto per bene, che ti diceva dove dovevi andare. E all’entrata principale, c’era pure l’ascensore. A destra e a sinistra partivano due corridoi che li guardavi per un po’, poi sparivano. C’erano delle frecce, però, appiccicate a terra: frecce rosse, frecce gialle, frecce verdi. Come le linee della metro. Ti dicevano dove dovevi andare, meglio della signorina curata.
Un corridoio – la bambina l’avrebbe scoperto solo qualche giorno dopo – non si ricollegava a nessuna scala. Moriva lì: a piano terra. Un fiotto di celle in cemento, un ingorgo di lavori in corso. Qui le frecce finivano quasi subito, dopo le prime due o tre stanze attrezzate.
L’altro corridoio, invece, portava ai piani superiori. Primo, secondo, terzo; rosso, giallo, verde: porte, corridoi, stanze, targhette, neon.
In ascensore potevano andare dieci persone alla volta. Quel giorno erano in undici, ma la bambina non contava. Pesava sì e no trenta chili, la bambina. Dicevano i grandi che faceva lo stesso.