Alberto Crielesi, Lazio insolito. Appunti di viaggio tra sacro e profano, Photo Club Controluce, Montecompatri 1998. 224 pp. EUR 12.00 |
Se si pensa ai dodici libri che compose l'antropologo ottocentesco James G. Frazer per spiegarsi il mito di Diana a Nemi e lo strano re che vi dimirava, si comprende perché Lazio insolito abbia cercato di narrarci in modo diverso territori su cui si è andata sedimentando l'opera di migliaia di studiosi. Del mito di Diana, salvo un vago accenno onomastico, l'autore non ci dice nulla, preferendo raccontarci quel luogo in modo "insolito", dal I sec. d.C. agli anni quaranta del presente.
Lo scopo del libro di Crielesi non è infatti quello di esaurire una conoscenza dei luoghi visitati, né di coglierne gli aspetti più rilevanti, incentrandovi poi il discorso come a stringerlo in una caratterizzazione più spicciola, ma è piuttosto quello di aprire, di passaggio, finestre d'indagine, tramite ammiccamenti e curiosità sollevate dall'archeologia e dalle fonti documentarie, spesso celeberrime, più spesso da addetti ai lavori. Il gusto per l'arte fa sì che l'autore non si costringa entro lo scarno linguaggio del cronista, ma assuma un giudizio estetico sulle opere che, s'intende, non sono sempre e solo d'arte, ma di manifattura ed edilizia.
Quest'operazione del narrare scorrevolmente e del riporre il giudizio estetico negli aggettivi ("elegante", "esuberante", "irrequieto" ecc.) permette di avvicinarsi ai luoghi descritti come con un compagno di viaggio, piuttosto che come un turista.
[pubblicato in: Notizie in... Controluce, n. VIII/1-2, gennaio-febbraio 1999, p. 17.]
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