Trascrizione:
Si è parlato di «natura». Ora: c'è una cosa interessante in Marx che a me ha sempre colpito. Nei Manoscritti del '44 fa dei grandi elogi di Feuerbach. Ne L'ideologia tedesca, che è del '45, Feuerbach viene fatto a pezzi, sostanzialmente. Nel senso che si accusa Feuerbach di credere ad una natura che non esiste più da nessuna parte, salvo in qualche atollo corallino, se non ricordo male.
Ora,
bisognerebbe, diciamo, tornare un attimo a perché Feuerbach aveva introdotto il
concetto di «natura». Il progetto di Feuerbach è molto diverso dalla
naturalizzazione delle categorie sociali di cui si è parlato qui. Il punto di
vista di Feuerbach è, diciamo, anti-hegeliano. Cioè: Feuerbach tenta di
recuperare una natura vera contro la natura finta di Hegel.
Perché noi non
dobbiamo mai dimenticare che la spazio-temporalizzazione dello Spirito avviene
all'interno del Logos. Questa è una cosa che una volta chiarì molto bene Moni, –
che è stato il miglior traduttore della Logica hegeliana, come voi
sapete, – in un intervento a un convegno internazionale su Hegel: una delle
poche volte in cui Moni è intervenuto, perché era, diciamo, un uomo molto
schivo che interveniva molto raramente. Il processo dell'alienazione, – quindi,
diciamo: la caduta dello spirito fuori di sé, e quindi la creazione dello
spazio e del tempo,– è qualcosa che avviene all'interno del Logos. Quindi è
pura apparenza.
Quello che
Feuerbach tenta di fare è, diciamo, recuperare una dimensione 'reale' dello
spazio e del tempo, e una 'vera' natura. Tanto è vero che lui dice: Hegel parla
di Spirito, ma lo Spirito ha un sesso; il pensiero è maschio o femmina. Diciamo,
Feuerbach introduce una problematica che oggi è di grande attualità. Be’,
questo problema, diciamo (ma non dico in Hegel, questo problema in tutta
la tradizione platonica, per non dire «in tutta la tradizione filosofica»), non
viene mai posto. Cioè, diciamo: il Logos è sempre maschile.
Be’, oggi poi c'è
addirittura una problematica ancora più ampia da questo punto di vista, nel
senso che da qualche tempo in America, adesso anche da noi (come al solito con
molto ritardo), si comincia a parlare del movimento queer ecc. ecc. ecc.
Quindi non ci sono solo due sessi in realtà, insomma. Ce ne sono tre,
quattro, insomma…. Diciamo, la situazione è molto più complessa. Quindi, in
sostanza: questo. Ecco, quello che volevo dire è: quando si parla di «natura»
bisogna stare attenti, perché Marx ha criticato, diciamo, la naturalizzazione
delle categorie economiche che fa l'ideologia capitalistica, per cui il
capitale è la produzione, diciamo: è l'unico modo di produrre. Questo è un modo
ideologico di introdurre il concetto di «natura».
Il concetto di «natura»
che introduce Feuerbach è un tentativo diverso. Cioè è un tentativo di andare
incontro alla natura reale, al vero spazio e al vero tempo. Cioè,
Feuerbach fa, per la prima volta, un'operazione che la filosofia non ha mai
fatto.
Se noi
intendiamo, come diceva Whitehead, che «la storia della filosofia occidentale è
una serie di commenti a Platone», questo è sostanzialmente vero. Ora, nella
tradizione platonica questo come problema non è mai sorto. Cioè, nella
tradizione platonica: in Platone c'è qualcosa. Nel senso che il Timeo
platonico parte, diciamo, da una tradizione dualistica in cui c'è qualcosa che
alla natura somiglia, che è la chora. Però poi questa cosa si perde,
perché già tra il I e il II secolo la materia, – quindi la natura, – diventa un
prodotto del Logos; e questa cosa poi viaggia e arriva fino, appunto, alla
teoria dell'alienazione hegeliana. Per cui, voglio dire, bisogna stare attenti
quando si parla di «naturalizzazione». La naturalizzazione di Feuerbach è
diversa.
Da questo punto
di vista, poi, l'istanza, diciamo, di Fusaro che bisogna in qualche modo fare
un'iniezione di Hegel a Marx…: Marx l'ha già fatta per conto suo, perché, nel
momento in cui lui fa questa, come dire?, questa marcia indietro dal '44 al
'45, recupera Hegel: recupera la filosofia della storia di Hegel. Cioè, non è
che recupera la storia o non recupera solo la storia, Marx, nella
critica a Feuerbach: lui recupera la filosofia della storia di Hegel.
Quindi la teleologia di Hegel. Questo è poi il punto debole
sostanzialmente, dal mio parere, del pensiero di Marx. Ecco.
Colletti era...
era, per quanto riguarda quello che dicevi tu prima [, Petrucciani], Colletti
era l’avversario di Lukács fino a un certo punto. Perché la teoria
dell'alienazione, che lui usa contro Della Volpe poi sostanzialmente (cioè, lui
esce da Della Volpe a un certo punto, quando scrive la seconda parte de Il
marxismo e Hegel), l’alienazione è quella che aveva riscoperto Lukács
contro il marxismo della Seconda Internazionale, e quindi contro
un'interpretazione scientistica di Marx, nel '23. E quindi...!
Ma lui,
infatti...: io ricordo un episodio durante un esame; no? [vfc]
No, Adorno, ma no di Adorno non ne parliamo nemmeno... No, ma, io ricordo un episodio.
A un certo punto ci fu uno studente che aveva capito che bisognava parlar male
di Lukács. Cioè: aveva capito troppo, diciamo. E lui gli disse: No, però
stia attento perché Storia e coscienza di classe è un libro serio.
Quindi! La situazione è… OK? Soltanto questo volevo dire.
(Intervento
presso la LUISS Carlo Guidi del giugno 2012.)
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