Medico, psichiatra e psicoanalista, membro ordinario con funzioni di training della Società Psicoanalitica Italiana e della International Psycoanalytic Association, Roberta Guarnieri ha di recente curato il volume di Jean-Luc Donnet La situazione analizzante (pubblicato da Alpes). Ne parliamo con lei.
Doriano Fasoli: Dottoressa Guarnieri, chi è Jean-Luc Donnet e perché fino ad oggi non è stato tradotto nulla in italiano?
Roberta Guarnieri: Jean-Luc Donnet è uno psicoanalista della SPP (Société Psychanalytique de Paris), membro titolare e formatore. È, per dirla molto sinteticamente, uno degli analisti più autorevoli non solo di quella società ma del panorama psicoanalitico francese. Donnet, che è psichiatra di formazione, ha attraversato tutte le stagioni importanti e anche burrascose della psicoanalisi in Francia. È stato analizzato da Serge Viderman, autore di quel libro, mai tradotto in italiano, La construction de l’espace analytique (Denoël, Paris 1970), che ha segnato molti aspetti del dibattito negli anni Settanta… Ed ha anche fatto una cosiddetta tranche con Joyce McDougall (come molti analisti della sua generazione!). È un po' più giovane di André Green e con lui ha sviluppato un intenso scambio che è culminato nella scrittura, a due mani, di un libro, importante anch'esso, L’Enfant de ça. Psychanalyse d'un entretien: la psychose blanche (Les Édition de Minuit, Paris 1973): questo libro è uscito in italiano per l'editore Borla con il titolo La psicosi bianca (in collaborazione con J.-L. Donnet) nella collana «Opere di André Green». I motivi di quella scelta editoriale sono stati diversi e non li conosco nei dettagli, ma mi preme dire, prima di tutto, che questa traduzione in italiano di uno dei numerosi libri di Jean-Luc Donnet mi è sembrata doverosa anche in ragione di quella vicenda.
Donnet ha lavorato come analista privatamente ma, all'inizio della sua carriera, ha anche svolto il lavoro di psichiatra, in Algeria prima, in Francia poi; di questa sua esperienza algerina mi ha parlato in una delle tante conversazioni private che ho avuto con lui in questi ultimi anni. È importante invece ricordare, l'ho fatto anche nella mia introduzione al libro, che egli è stato direttore del Centre Favreau, il Centro di Consultazione e Trattamento (CCTP) della SPP, fondato all'inizio degli anni Cinquanta, riconosciuto dallo Stato francese e attivo tuttora. In questo Centro Clinico operano una parte degli analisti della SPP; esso offre la possibilità alla popolazione di Parigi di poter accedere alla cura analitica e ai trattamenti ad essa ispirati (faccia a faccia analitico, psicoterapia di gruppo e psicodramma analitico) a titolo totalmente gratuito per il paziente. Gli analisti sono pagati, poco debbo dire, dallo Stato per i trattamenti, mentre le riunioni di discussione clinica, di cui poi magari parlerò, vengono fatte a titolo gratuito. Ci tengo a mettere in evidenza questa parte del lavoro clinico di Donnet perché esso ha ispirato una parte consistente della sua riflessione clinico-teorica. Proprio pochi giorni fa mi raccontava dell'ultimo colloquio al Centre dal titolo «Malgré tout, l’écoute analytique», il suo tema di fondo che ritorna, ancora una volta, come sorgente ed oggetto di riflessione a ridosso della clinica con pazienti molto sofferenti e molto difficili da trattare per gli analisti.