Renzo Paris |
L'opera di Renzo Paris spazia di genere in genere, dalla narrativa alla poesia, dalla saggistica alla biografia, alla traduzione. Tra i suoi tanti romanzi se ne ricordano qui alcuni: Cani sciolti (Guaraldi, 1973); Frecce avvelenate (Bompiani, 1974); Filo da torcere (Feltrinelli, 1982); Ultimi dispacci della notte (Fazi, 1999), La croce tatuata (Fazi, 2005); I ballatroni (Avagliano, 2007). Ha pubblicato diversi libri di poesia, tra cui, Album di famiglia (Guanda 1990) e Creature (Fermetti, 2003). Ha tradotto e commentato, tra l'altro, l'edizione integrale de Gli amori gialli di Tristan Corbière, edito negli Oscar Mondadori. Nell'ambito biografico vale la pena ricordare i suoi libri su Alberto Moravia, del quale è stato, come anche affiora nella conversazione che segue, un più giovane amico. Il suo ultimo libro, uscito lo scorso anno per i tipi Hacca, è anch'esso una biografia, dedicata ad uno dei più poliedrici ed influenti poeti del Novecento: La banda Apollinaire. Questa preziosa conversazione di Doriano Fasoli con Renzo Paris, qui edita per la prima volta, ha avuto luogo lo scorso ottobre a Roma.
Doriano Fasoli: Paris, se dovessi definirti, come ti definiresti?
Renzo Paris: Un poeta che, a un certo punto, per sciogliere il nodo, ha scritto romanzi, biografie, libri di critica. Sono stato definito da Filippo La Porta «il padre dell'autofiction». Quando l'ho riferito al mio amico Walter Siti, ha esclamato: «Papà!» Scherzo… Sono un marsicano emigrato a Roma all'età di tredici anni e ancora innamorato di questa città.
Sei al passo con l'attuale produzione poetica?
Se l'attuale produzione poetica è la neo-neo-avanguardia, sono lontanissimo. Ma non mi ritrovo nemmeno con le tendenze neoermetiche. Sono un solitario. Ho appena pubblicato La banda Apollinaire, la mia banda.
Renzo Paris: Un poeta che, a un certo punto, per sciogliere il nodo, ha scritto romanzi, biografie, libri di critica. Sono stato definito da Filippo La Porta «il padre dell'autofiction». Quando l'ho riferito al mio amico Walter Siti, ha esclamato: «Papà!» Scherzo… Sono un marsicano emigrato a Roma all'età di tredici anni e ancora innamorato di questa città.
Sei al passo con l'attuale produzione poetica?
Se l'attuale produzione poetica è la neo-neo-avanguardia, sono lontanissimo. Ma non mi ritrovo nemmeno con le tendenze neoermetiche. Sono un solitario. Ho appena pubblicato La banda Apollinaire, la mia banda.