23 ottobre 2011

«Conversazione con Umberto Piersanti» di Doriano Fasoli


Umberto Piersanti
Doriano Fasoli: Tra alberi e vicende è la sua ultima raccolta poetica pubblicata per Archinto. Cosa suggerisce questo titolo?

Umberto Piersanti: Tra alberi e vicende è il mio libro più recente, ma anche il più antico, in quanto raccoglie tutte le pubblicazioni precedenti la trilogia einaudiana. Gli alberi indicano il mio amore totale ed assoluto per la natura: essere un poeta di natura non vuol dire nominare qualche fiore o qualche pianta. Tranne pochissimi metropolitani, lo fanno quasi tutti gli autori. Essere un poeta di natura significa buttare la testa tra l'erba, percepire suoni, odori, rumori, vivere insomma il mondo attraverso la specula della natura. La mia poesia ha sempre mantenuto questa costante. Non c'è in me, però, alcuna connotazione ecologica e poca volontà di contestazione verso il presente. Dunque non contrappongo una natura intatta ed un integro ed autentico mondo contadino all'inautenticità del presente alla maniera di un Olmi o di un Pasolini. È la memoria che rintraccia la natura e la vita di un tempo. La mia natura conosce anche l'oscurità e il dolore: qualcuno ha parlato giustamente di «Arcadia d'ombra». Le vicende indicano il mio feroce attaccamento al reale e alla vita come ha giustamente sottolineato fin dall'inizio Carlo Bo. Il reale di cui parlo c’entra poco con il neorealismo o dimensioni affini: reale è anche la fantasia più sconvolta, il pensiero più segreto, lo spessore impalpabile dell'aria.

16 ottobre 2011

«Margaret Atwood, 'Dare e avere. Il debito e il lato oscuro della ricchezza'» di Nicola D'Ugo


Margaret Atwood,
Dare e avere. Il debito e
il lato oscuro della richezza
,
Ponte alle Grazie, Milano 2009.
230 pp.
EUR 16.00
In queste anni bui per l’economia globale accentuati dai recenti rischi di default dei paesi maggiormente industrializzati, suggerisco di leggere un manuale classico che ne introduca le tematiche: Economia di Paul A. Samuelson, giunto alla diciannovesima edizione aggiornata da William D. Nordhaus e risistemata per il lettore italiano da Carlo A. Bollino. Per quel che riguarda la questione del debito e della sostenibilità dei sistemi economici in termini culturali – un campo a me più familiare – non posso che suggerire la lettura di Dare e avere. Il debito e il lato oscuro della ricchezza di Margaret Atwood (Ponte alle Grazie, Milano 2009), uscito nel 2008, a ridosso della bancarotta della Lehman Brothers che ha dato origine all’attuale recessione economica globale.

Si tratta d’uno studio comparativo, sulla scorta di James George Frazer ma di minor finalità ed ampiezza, dedicato al significato psicologico, economico e simbolico del ‘debito’. La traduzione italiana del titolo è un po’ fuorviante: avrebbe dovuto semmai suonare «avere e dare», visto che quello inglese, Payback, ‘riscossione’, si riferisce alla restituzione di quel che il debitore ha avuto in prestito.