22 luglio 2016

«Perdutamente t’amo. Un dialogare con Gino D’Ugo» di Gioacchino Pontrelli


La presente conversazione tra due artisti contemporanei prende spunto dalla mostra Perdutamente t’amo, una singola scultura di Gino D’Ugo, in corso dal 9 al 21 luglio 2016 presso lo spazio espositivo Fourteen Artellaro di Piazza Figoli 14, nel borgo lericino di Tellaro, in provincia della Spezia.

Gioacchino Pontrelli: Perché hai usato unimmagine sacra, come il sacro cuore di Gesù per Perdutamente t’amo?

Gino D’Ugo: L’immagine del cuore è spesso inflazionata e usata con esagerati sentimentalismi. L’immagine sacra fa parte della nostra cultura, storia e memoria. Volenti o no, non possiamo non tenere conto delle nostre radici culturali pur definendoci atei o poco interessati alla religione. Ci sono comportamenti, attitudini e pensieri che vengono da molto lontano.

L’utilizzo di questa icona se pur con ironia vuole far pensare a che valore ognuno di noi dà alla propria sacralità. Poter riflettere sul concetto del sacro al di là della dottrina religiosa. Intendo rivolgere quest’opera tanto alla dimensione sacra quanto a quella profana. Dualismo che spesso nell’iconografia è rappresentato in soggetti disgiunti.

Gino D'Ugo e Gioacchino Pontrelli davanti allo studio romano di Pontrelli

OK, ma parliamo di te. Non credo che affermare «perdutamente t’amo» non contenga una parte di verità: la tua verità. Sono convinto che stai facendo il gioco delle tre carte… Togliamo l’iconografia, togliamo la cultura e poi la storia e la memoria. Prendiamo: «t’amo» e «perdutamente». Che significa per te?

Diciamo che il titolo è ciò che dona ironia all’immagine, il «perdutamente» fa parte della messa in scena che unita a quello che scaturisce dal cuore crea il pathos. Nel sentimento religioso o in quello di un innamoramento i propri equilibri individuali vacillano. Ci si trova in territori inesplorati dove ragione e sentimento cercano nuovi equilibri e l’incertezza che fomenta dubbi e paure scaturisce in conflitti interiori. Il tutto fa sì che si creino nuove forme di rispetto che al di là del senso comune ti mettono in contatto con la tua controparte.